Caro Matteo Salvini…ma non solo.

Lettera aperta al Leader della Lega Nord On. Matteo Salvini in merito alle sue dichiarazioni riguardanti testamento biologico e direttive anticipate di trattamento.

Salvini risponde: “Più che di fine vita io mi preoccupo della vita – ha detto -. A me piacerebbe che questo Parlamento si occupasse degli italiani che stanno vivendo. Quindi più che di una buona morte, su cui ragioneremo, mi occuperei di una buona vita che a milioni di italiani purtroppo non è garantita”.

E ancora “vediamo se e quando decidono, magari estraendo a sorte come fanno a Bruxelles, fra eutanasia, ius soli e altri provvedimenti”.

Premetto Onorevole Salvini che queste poche righe non vogliono essere un attacco ne al suo Partito ne un elogio ad altre forze politiche. Poiché c’è un errore di fondo che le è sfuggito.

Mi permetta un’altra premessa: chi le scrive si occupa di fine vita e di cure palliative domiciliari da oltre 15 anni.

Il testamento biologico è uno strumento di assoluta civiltà che innanzitutto riguarda la vita, che non va ne separata dalla morte ne quest’ultima utilizzata e sbeffeggiata come a dire “ dei morti che me ne faccio che manco vanno a votare “ (non che i vivi ultiamamente ne abbiano avuto possibilità…)

Sommessamente le ricordo invece che le Direttive Anticipate di Trattamento riguardano proprio la vita nella sua massima espressione!  Lei non ha offeso i malati, infatti concordo parzialmente con l’Onorevole Serracchiani, lei ha soprattutto sottovalutato, minimizzato e come sempre (volutamente?) confuso l’argomento inserendo nelle sue dichiarazioni la parola Eutanasia. Il testamento biologico nulla ha a che vedere con l’Eutanasia o il Suicidio Assistito, ma forse vien comodo l’utilizzo di paroloni ad effetto che mi riportano subito alla mente l’iter dell’approvazione delle legge sulle unioni civili quando le stesse venivano associate a quell’orrenda espressione dell’utero in affitto. Parole, parole, parole,…cantava Mina, le stesse che lei e tutti, ripeto tutti, gli schieramenti politici utilizzate per fare presa su quel voto in più. Ma le svelo un segreto: sa che gli Italiani ragionano anche con la propria testa, gli stessi Italiani che giustamente lei vuole aiutare, gli stessi Italiani che meritano di vivere in un Paese Civile. È la civiltà passa per i Diritti. Ne lei ne nessun altro potrà dirmi cosa fare nel caso io debba sottopormi a trattamenti intensivi, invasivi che però inficiano totalmente la qualità della mia vita. Come non sarò di certo io a prendere decisioni per lei o i suoi cari. Libertà e autodeterminazione terapeutica, cardini fondamentali già incisi nella Costituzione all’Articolo 32:

(…) Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

E lo sa che pure nel Giuramento di Ippocrate gli stessi medici sono invitati a non praticare trattamenti che causano direttamente la morte ma nemmeno interventi spropositati! Ma lei e alcuni suoi colleghi, di partito e non, sapranno benissimo (visto le orazioni e le roboanti dichiarazioni in merito all’idratazione ect..) che alla fine della vita i bisogni di una persona cambiano radicalmente e il fare tutto non coincide con il fare meglio, anzi spesso è controproducente. Lei sa che idratare una persona alla fine della propria vita, ad esempio per una neoplasia polmonare, e quindi tutto ciò che ne consegue, può portare la persona stessa molto più velocemente in una condizione di edema polmonare e di conseguenza, se non supportato da professionisti che si occupano di fine vita, morire con la sensazione (che sensazione non é ma si tratta di cruda realtà) di soffocamento? (Ah la legge 38/2010 pare proprio dimenticata in molte zone del nostro Paese, lo sapeva?)

Potrei andare avanti per ore ma concludo questa lettera aperta che probabilmente mai leggerà facendole un invito: passi con me qualche ora di una mia qualsiasi giornata lavorativa, scoprirà un mondo che va oltre le “sfilate” di destra o sinistra in reparti particolarmente sensibili all’opinione pubblica (oncologia pediatrica, ect…). Io la porto a casa di persone VIVE (sa che hanno diritto di voto?) che devono beneficiare del diritto sacrosanto di poter decidere cosa fare o non fare alla fine della propria vita. Ripeto non la porto a dei funerali, perché di Vita si tratta, la stessa che noi cerchiamo di rendere il più dignitosa possibile, a casa, con i propri affetti e i propri cari.

L’aspetto caro Matteo e vede, io non me la sento di puntare il dito contro di lei chiedendo le sue scuse. Non servono scuse. Prima serve capire a fondo di cosa stiamo parlando. Servirebbe non solo a lei ma a tantissimi suoi colleghi sia a destra che a sinistra. Poiché mi creda certi argomenti non dovrebbero proprio assumere alcun colore politico, ma sarebbe auspicabile che chi si rivolge all’opinione pubblica sappia di cosa stia parlando e la si smetta di lanciare slogan ad effetto, guardi che abbiamo capito che con quelli una classe politica, di qualsiasi colore esso sia, non va proprio da nessuna parte. Coloriamoci di buon senso e usiamo la Politica come il più alto mezzo che consegni nella vita dei cittadini strumenti che possano rendere davvero l’Italia un Paese dignitoso di essere vissuto, sino alla fine.

L’aspetto con gioia.

Un caro saluto.

Cristian Riva