Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontra una delegazione di operatori in cure palliative

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontra “il mondo” delle cure palliative.

L’incontro del Presidente della Repubblica con la delegazione (Fonte Repubblica.it)

Il mondo delle Cure Palliative ha incontrato Sergio Mattarella. A guidare la delegazione, composta da esponenti della Società Italiana di Cure Palliative e della Federazione Cure Palliative Onlus, è stato Giorgio Trizzino, direttore sanitario dell’ospedale dei Bambini Palermo. I presenti hanno consegnato al Presidente della Repubblica un documento che fa il punto sulle “Azioni necessarie al completamento dello sviluppo delle cure palliative in Italia”.

Ecco il documento consegnato al Presidente Sergio Mattarella:

Documento redatto da SICP e FCP

Il discorso del Presidente (video) :

Grazie al Presidente, all’impegno della Delegazione e a tutti coloro che quotidianamente, anche con difficoltà legate fondamentalmente ad un’ancora troppo scarsa conoscenza delle cure palliative e ad una loro diffusione ancora troppo disomogenea, lavorano con impegno a fianco di pazienti inguaribili, ma non per questo non curabili.

Cristian

 

Sedazione palliativa terminale: grazie a Nurse24.it

Il logo di Nurse24.it (Fonte: web) Cliccateci sopra per visualizzare il sito.

Grazie a tutta la Redazione di Nurse24.it per aver ripreso correttamente il mio articolo redatto su questo blog in merito alla sedazione palliativa terminale, dopo le dichiarazioni di Marina Ripa di Meana, recentemente scomparsa.

Potete leggerlo cliccando QUI.

Una testata giornalistica seria, professionale e all’avanguardia tecnologicamente (piattaforma web, applicazione gratuita per smartphone, video, podcast, dossier, video-interviste, forum,… e molto altro ancora). Una porta costantemente aperta sul mondo infermieristico e sanitario utile a tutti i professionisti del settore ma anche al cittadino che potrà trovare sempre spunti molto interessanti.

Ringrazio la Redazione per aver inserito nell’ultimo podcast il mio articolo come una delle notizie rilevanti della settimana.

Ascoltate il podcast della settimana cliccando sull’immagine.

Grazie per il lavoro che fate e soprattutto per come lo fate e per l’attenzione che dedicate alle cure palliative e al sottoscritto, fin dal 2014, anno di pubblicazione del mio primo libro.

Buona informazione a tutti!

Cristian

 

Sedazione palliativa: conferme e qualche sassolino nelle scarpe in meno

Recensione di “Coraggio e Paura” del Dr. Luciano Orsi per la Società Italiana di cure Palliative. Clicca sull’immagine per leggere il testo. (Fonte Sicp)

Sedazione palliativa terminale : le conferme che aspettavo dopo alcune inutili, sterili e infondate polemiche dei soliti “leoni da tastiera”

Mi fa molto piacere riscontrare nelle parole del Dr. Luciano Orsi (la sua intervista cliccando QUI) ciò che ho scritto recentemente sulla sedazione palliativa terminale, ripreso anche dal quotidiano La Stampa e da varie testate giornalistiche online, spazzando così via ogni dubbio e qualche critica senza alcun fondamento, persino da professionisti addetti ai lavori, che probabilmente hanno gestito un malato terminale a domicilio piú sui libri, che nella loro quotidianità.

(Potete leggere il mio articolo cliccando QUI).

La più simpatica resta quella che il sottoscritto sia alla ricerca di “like”, parlando della scomparsa di Marina Ripa di Meana, dimenticandosi di tutte le persone comuni!

Si certo, proprio io.

Che ho scritto un libro (ha avuto successo si, lo scrivo con orgoglio ed ora sto ultimando il secondo) dove racconto storie di persone comuni e tutti i ricavati sono destinati tutt’ora a chi sta peggio di noi attraverso un po’ di iniziative documentate cliccando QUI

Che scrivo su un questo piccolo blog dando voce alle persone comuni, alle difficoltà che hanno riscontrato (personali oppure del sistema quali attivazioni tardive, dimissioni NON protette, rifiuto da parte del Medico di Assistenza Primaria ad attivare il servizio, sofferenza e dolore durante un ricovero in una struttura magari definita come Ospedale senza dolore, ect…) oppure che meritano di essere raccontate poiché sono grandi esempi di amore, di coraggio ed è anche un modo per diffondere, sensibilizzare,avvicinare cittadini e operatori sanitari alle cure palliative domiciliari e non.

Sapete una cosa? Non mi conoscete affatto. Anzi, forse da fastidio che un infermiere possa scrivere e non solo eseguire?. Forse da fastidio evidenziare le criticità non capendo che l’unico scopo é cercare di migliorare un servizio in continua evoluzione ultimamente tempestato da una burocrazia inimmaginabile che toglie tempo al paziente? Già direi proprio che vado alla ricerca di “like”… quando il mio unico interesse é lavorare al meglio con il paziente e per il paziente senza “like” o ricerca di poltrone in prima fila.

Per fortuna esistono tanti Medici come Luciano che riconoscono e credono da sempre nel valore professionale dell’equipe di cura e nelle competenze di ognuno senza porsi su alcun piedistallo, tutt’altro. D’altronde é storia proprio di oggi  che un medico ospedaliero non abbia voluto leggere una mia relazione su un paziente (in merito alla gestione del suo catetere vescicale a domicilio) poiché – e riporto – ” io non leggo nulla scritto da un Infermiere, non mi interessa proprio”. Peccato che essendo il paziente in grosse difficoltà ad esprimersi così come la parente, trattandosi di tecnicismi,  avrebbe potuto fare la differenza sull’esito della visita e su decisioni da intraprendere (riposizionamento o meno del catetere vescicale, tipologia del presidio,ect…) Risultato? Chi l’ha pagata è stato, ancora una volta, l’utente.

C’é un mondo oltre il vostro camice e il fonendoscopio al collo che si chiama Luigi, Maria, Renato, Assunta, Davide,… con le loro fragilità e il loro grande bisogno di ascolto. Utilizzate lì le vostre energie, non sprecatele con il sottoscritto poiché fate un grosso buco nell’acqua. Non faccio di tutta un’erba un fascio ma non posso nemmeno non raccontare taluni episodi per ciò che sono poiché è troppo semplice criticare a prescindere, senza motivare con logica ma solo attaccando per il gusto di farlo. (acchiappalike è stupenda e stucchevole). Ecco perchè attendevo una dichiarazione autorevole in merito alla sedazione palliativa scoprendo senza sorpresa alcuna di essere totalmente in linea con essa.

Buon lavoro d’Equipe a tutti e, Dr. Luciano Orsi, ancora una volta, grazie.

E grazie a Marina per aver, forse inconsapevolmente, alimentato un dibattito che da troppo tempo necessitava (e necessiterà ancora) di tanta informazione e chiarezza. Grazie da parte di Luigi, Maria, Renato, Assunta, Davide,…anche a loro dobbiamo dar voce!

Un abbraccio.

Cristian

Sedazione palliativa terminale: questa sconosciuta.

Marina Ripa di Meana con i suoi cani (Fonte: Ansa)

Sedazione palliativa terminale: ancora una volta la necessità di informare e fare chiarezza.

La scomparsa di Marina Ripa di Meana con il suo generoso appello a tutti i malati terminali ha, ancora una volta, fatto emergere quanto ci sia bisogno di informazione in ambito palliativo e di fine vita. Ho letto post di persone meravigliate, allibite di fronte alla possibilità di praticare la terapia sedativa in condizioni di terminalità. “Ma in Italia si può?”. Di per sé la domanda già nasconde la netta confusione : sedazione palliativa non significa eutanasia. É un atto terapeutico dovuto che non procura la morte del paziente, nemmeno la anticipa (per esperienza a volte prolunga la vita di qualche giorno, poiché é come togliere dai carboni ardenti una persona a piedi scalzi). L’esempio che ho fatto mio e che spesso propongo nella mia quotidianità é il seguente: é come se il vostro caro stesse cadendo da un grattacielo. La caduta non la possiamo fermare, ma venti materassi “all’atterraggio” dobbiamo metterli onde evitare lo schianto sull’asfalto. Mi si chiedeva oggi chi sceglie quando attuare la sedazione, a chi spetta il compito di decidere. Cercherò di essere il più esaustivo possibile premettendo che ogni situazione é diversa dalle altre, ogni porta che varchi ti apre mondi (e difficoltà) totalmente differenti. Può essere il paziente a decidere, a priori, la sedazione palliativa (a priori intendo che concorda già con noi tale terapia nel momento in cui lo stesso sarà invaso da sintomi  inaccettabili e refrattari alla fine della vita.) Non é quasi mai il dolore fisico che porta la persona a scegliere di essere sedata poiché il sintomo dolore é spesso l’ultimo dei nostri problemi anche grazie alle molteplici possibilità che la farmacologia odierna ci mette a disposizione, grazie all’utilizzo di farmaci oppiacei e non in combinazione con altre molecole in base alla sede,alla tipologia,al comportamento, all’ascolto del paziente (la descrizione del dolore é fondamentale). Formulazioni a rapidissima azione anche per il breakthrough pain (BTcP, ovvero episodi di dolore episodico ma molto intenso) somministrabili a livello sublinguale, o sottoforma di spray nasale arrivando persino a compresse “a bastoncino” da applicare attraverso la mucosa della cavità orale (quest’ultima formulazione permette al paziente di interrompere la somministrazione del farmaco, a sintomo risolto, ancor prima di aver raggiunto l’intera dose della compressa, semplicemente interrompendo il contatto con la mucosa orale).

Invece altri sintomi quali una stanchezza inimmaginabile (é uno degli esempi ma ne potrei citare a decine) che rende la persona dipendente in tutte le attività della vita quotidiana può essere già una condizione di tale stress psicofisico e di angoscia refrattaria ad ogni terapia (in condizioni di terminalità) che pone  assolutamene l’indicazione alla terapia sedativa. Così come l’avere troppa paura, un’angoscia che diventa invivibile,  incontrollabile, ect…
Il paziente é il nostro faro guida. D’altronde noi siamo li per lui e non faremmo cure palliative se non assecondassimo le sue richieste, ove lo stesso alla fine della vita potrà essere invaso da tale e tanta sofferenza da non essere piú gestita con i farmaci di supporto tradizionali o sintomatici . Ove il paziente non é a conoscenza della sua condizione (spesso si apprende la diagnosi ma non la prognosi e in molte persone, nonostante l’evidenza, scatta un meccanismo di negazione che li protegge da una realtà troppo dura) é il sintomo o più sintomi refrattari che decidono per noi. Ad esempio una dispnea non più trattabile (difficoltà respiratoria) andrà sempre gestita sedando il soggetto onde evitare che la morte con sensazione di soffocamento si presenti in condizioni di vigilanza.

Il nostro obiettivo é la qualità di vita prima e di morte poi, che devono essere assolutamente dignitose. Ovviamente per raggiungere un alleanza terapeutica tale (anche con i familiari) l’attivazione delle cure palliative domiciliari (io lavoro da 15 anni solo a domicilio) dovrà essere il più precoce possibile cosicché si costruisca insieme un percorso di alleanza terapeutica con e per il paziente che, ripeto, decide per se stesso se é nelle condizioni di farlo (consapevolezza o condizioni psicofisiche); se non lo fosse più ma ha già concordato con noi precedentemente la sedazione in determinate condizioni (sintomi refrattari) é nostro obbligo clinico, etico e giuridico mantenere il suo mandato. Ove non c’é consapevolezza alcuna e nessun consenso sarà sempre il sintomo refrattario che ci guiderà poiché mai e poi mai un mio paziente é morto tra atroci sofferenze, altrimenti vorrebbe dire non fare cure palliative ma altro. Il tutto accompagnato da un grande lavoro relazionale, educativo e di supporto alla famiglia.

É doveroso precisare che la recente approvazione  (finalmente!) della Legge sul Testamento Biologico punta ad affermare due principi fondamentali. Il primo: nessun trattamento può essere praticato al paziente se questi non è consenziente, dunque il malato è libero di rifiutare o accettare qualsiasi tipo di procedimento, compresa la nutrizione e idratazione artificiale. Il secondo: il paziente può rifiutare o accettare in anticipo i trattamenti che gli verranno somministrati in fase terminale, nominando fin da subito un fiduciario o un amministratore di sostegno.

Le Cure palliative, che grazie alla legge 38 del 2010 vengono garantite (dovrebbero perlomeno, ma purtroppo la realtà è un po’ diversa dalla normativa) a tutti i cittadini, di qualsiasi età, invece rientrano già a pieno titolo nei LEA (livelli essenziali di assistenza).

Ecco perché “Una legge ad hoc sulla sedazione non avrebbe senso, semplicemente perché si tratta di una delle tante procedure curative che si utilizzano nella fase avanzata e terminale di una malattia. Ci sono diversi documenti delle società scientifiche internazionali, del Comitato nazionale per la bioetica e della stessa Società Italiana di Cure Palliative, che affermano la liceità etica della sedazione palliativa, chiarendo una volta per tutte che si tratta di una terapia lontanissima dall’eutanasia.” ( Dr. Luciano Orsi – Società Italiana di Cure palliative -)

Grazie Marina, il tuo appello servirà a molte persone, perlomeno ad incuriosirle e di conseguenza ad approfondire l’argomento.

Cristian