I “suoni amici”: mio commento dal blog di Marina Sozzi

 Clicca sull’immagine per andare al post “Che ruolo ha la musica alla fine della vita?” dal blog di Marina Sozzi “Si può dire morte”

si puo dire morte

Devo ringraziare sempre di cuore il lavoro di Marina Sozzi grazie (ma non solo) al suo interessantissimo blog “Si può dire morte”. Lo stimolo è, questa volta, il ruolo della musica alla fine della vita. Ho letto il suo post proprio mentre uscivo da una casa piena di “suoni amici” e qui sotto riporto il mio commento, scritto di getto all’uscita di quella casa.
Ed è nato così il “suono amico” che voglio condividere con voi.

Cara Marina,
Il mio sarà un commento semplice, apparentemente banale, ma basato sul mio vissuto quotidiano in cure palliative domiciliari. Il ruolo della musica é fondamentale in ogni momento della vita, dalla nascita, passando dalle ninna nanne della mamma fino al primo amore adolescenziale. Chi più chi meno associa la musica ad un evento, ad una emozione o semplicemente ad un ricordo. La musica é suono. Le nostre parole sono suoni. I rumori della nostra casa sono suoni abituali. Allargherei il concetto di musica come espressione di quel “suono amico” che può accompagnarci sino alla fine della vita e che spesso non é soltanto strumenti e voce ma può essere quel ruscello vicino alla finestra di casa, oppure il treno delle 7 che sveglia le nostre abitudini e, nel caso di fine vita, ci sveglia ancora una volta. Ecco perché é fondamentale lasciare il nostro corpo attorniato da tutti i nostri “suoni amici”. La musica come la nostra casa sensoriale, sia essa fatta di parole, di canti o anche di silenzi. Quindi senza enfasi alcuna per me la musica deve assolutamente far parte di un percorso di accompagnamento alla morte, ma pensando ad essa come ad ogni “gesto che produce un suono amico e conosciuto”, senza limitare il concetto al nostro gruppo o genere musicale preferito. Non é solo così.
Un abbraccio

Cristian Riva

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