Cure Palliative: cosa porto a casa oggi?

 

Schaeffer-Kriegsgefangene

Venerdi 31 Gennaio 2014
Ore 21:49
Diario di bordo

Soffrire oggi, ricordando il passato.

Ettore è magro. Molto magro. Ogni giorno, sembrerebbe ogni ora, ancora più magro. Cachessia in termine tecnico. Lui molto semplicemente la chiama in un altro modo: “il mio campo di lavoro”. Già, perché Ettore ha vissuto i campi di lavoro in Germania e lui era fortunato, poiché potendo lavorare, veniva perlomeno nutrito quel poco che bastava. Ma la magrezza di chi era destinato a ben altra fine faceva da contorno alle sue giornate e soprattutto alle sue nottate. Il rumore dei denti che masticavano a vuoto durante la notte, nel sonno per la fame è un suono che non si dimentica. E che non si può descrivere.

Ettore non si pesa più. Accetta la malattia, ne è consapevole, ma quella magrezza lo riporta indietro nel tempo, in quel luogo, in quei mesi di fatica e di dolore. Non fosse per quel ricordo le ossa sporgenti darebbero meno fastidio ai suoi occhi che diventano lucidi ogni volta che uno specchio incontra quel corpo che non sente più suo, che nemmeno la malattia è riuscito a scalfire così profondamente come il ricordo buio di quel periodo che riemerge con dolore. Un malessere profondo, un legame con quei luoghi fatti solo di atrocità. Ettore non riesce più a guardarsi. Non vede la sua immagine nello specchio. Vede solo il dolore di chi, in quei giorni, dimagriva sempre di più sino a scomparire.

Perché in quei luoghi si era già morti prima di morire.

Cristian

Cure palliative: cosa porto a casa oggi?

diario di bordo

 

Diario di bordo
Mercoledì 29 Gennaio 2014
ore 21:47

“Una bella famiglia.”

Me lo sono detto proprio oggi appena uscito da una casa e da una situazione molto difficile :“che bella famiglia”. Il che non vuol dire che siano tutti fotomodelli ma che ci sia semplicemente (mai darlo per scontato) tanta bellezza nel cuore, ovvero tanto amore. La famiglia per me è chi ti sta vicino, è chi ti vuole bene, è chi ti accompagna sino alla fine con amore e presenza. Non sono i legami di sangue a fare la differenza. Spesso mi scontro con figli assolutamente assenti o, viceversa, genitori altrettanto distaccati (moralmente e fisicamente) dalla malattia di un proprio caro. Può sembrare assurdo ma la normalità dell’amore di una “famiglia” non è sempre, come si potrebbe pensare, la quotidianità all’interno delle mura domestiche. Anzi, quanta solitudine e quanto abbandono nonostante ci sia tanta gente in casa con la quale è solo il DNA a creare un legame che diventa invisibile e inutile se non c’è anche e soprattutto l’amore. Ecco perché sostengo che la solitudine è malattia nella malattia e che una “bella famiglia” spesso è composta da un compagno, una compagna, da vicini di casa, volontari e da amici.
Poco importa, poiché niente è sprecato se fatto con amore. 

Cristian

Cure palliative: cosa porto a casa oggi? Il sorriso di Livio

pinocchio3
Cosa porto a casa oggi?

Diario di bordo.
Lunedi 27 Gennaio 
ore 21:44

La forza di un sorriso. La bellezza di un viso allegro. La menzogna a se stessi. E’ così che Livio affronta uno dei sintomi più terribili che spesso i nostri pazienti si trovano ad affrontare: la difficoltà respiratoria, la dispnea in termine tecnico. Livio risponde con un meraviglioso sorriso alla domanda “Come va il respiro?” ; è evidente che quel sorriso nasconde a noi tutti, ma soprattutto a se stesso, la realtà. Spesso si sfugge anche di fronte all’evidenza di un sintomo pienamente percettibile e non di certo psicosomatico. Livio respira male, ma sorride e dice che va tutto bene. Se lo dice a se stesso e lo trasmette alla famiglia. Vuole proteggerli e proteggersi chissà fino a quale limite. Un confine che spesso non è il sintomo a decidere ma il paziente stesso. Personalità forti, combattive o al contrario più arrendevoli lottano o meno in maniera differenti. E fingono a se stessi pur di andare avanti.
Ma una bugia espressa con un sorriso è una bellissima bugia, anche perché Livio sa che quando quel confine verrà superato noi saremo li con lui. E sorriderà ancora.

Cristian

 

Paolo Foschi: sarà “Vendetta ai mondiali” il 7 maggio

killer maratone

Permettetemi di ospitare nel mio piccolo spazio colui che è stato il mio primo lettore e con immenso piacere, come sapete, colui che ha scritto la Prefazione del mio libro.
Paolo Foschi esce il 7 maggio con il suo quarto romanzo “Vendetta ai Mondiali” con una nuova ed esaltante inchiesta guidata dall’oramai famoso commissario Igor Attila.

Consiglio a voi tutti di leggere la trilogia del commissario, ovvero:
– Delitto alle Olimpiadi
– Il castigo di Attila
– Il killer delle maratone
tutti editi da edizioni e/o e reperibili sia in libreria che online.

Segnalo anche un bel regalo che Paolo ha voluto fare a tutti i suoi affezionati lettori, ovvero “Amore in ostaggio”, in versione e-book gratuita, scaricabile QUI.

Auguro a Paolo un nuovo entusiasmante e meritato successo!

Con affetto sincero e gratitudine.

Cristian